Ngozi Okonjo-Iweala ed il commercio globale

“C’è speranza all’orizzonte. L’OMC prevede che il commercio mondiale di merci riprenderà fortemente quest’anno. L’FMI prevede una crescita dell’8% dei volumi del commercio globale nel 2021 e del 6% nel 2022, mentre stima che il PIL globale rimbalzerà da un tasso di crescita del -4,4% nel 2020 al 5,5% nel 2021, con un tasso di crescita previsto del 4,2% nel 2022”. Così debutta la neo direttrice dell’ Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), Ngozi Okonjo-Iweala, ex ministra delle Finanze della Nigeria e già numero due della Banca Mondiale. Diventerà prima donna e la prima africana a ricoprire la carica di direttore generale dell’Organizzazione, ieri i 164 stati membri dell’organismo, hanno formalizzato la sua nomina ormai considerata un fatto certo da quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva sostenuto la sua candidatura.

L’appoggio di Biden aveva infatti consentito di superare lo stallo posto dal veto di Donald Trump, che aveva bloccato la nomina sostenendo invece la candidatura di Yoo Myung-hee, attuale ministra del Commercio della Corea del Sud. Il processo di selezione di un nuovo direttore generale è stato avviato il 14 maggio, quando l’ex direttore generale Roberto Azevêdo ha informato i membri dell’OMC che avrebbe lasciato il suo incarico un anno prima della scadenza del suo mandato, successivamente ha lasciato l’incarico il 31 agosto.

Roberto Azevedo, ex direttore dimissionario del WTO

Okonjo-Iweala entrerà in carica ufficialmente il prossimo 1 marzo e il suo mandato scadrà il 31 agosto 2025. Poco più di quattro anni e una sfida imponente: rianimare un’organizzazione paralizzata dai veti incrociati, in un clima internazionale caratterizzato da nazionalismi economici e dal protezionismo crescente, in cui gli squilibri macroeconomici si sono ingigantiti all’ombra della pandemia.

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Doppia cittadinanza nigeriana e americana, laurea ad Harvard, dottorato al Massachusetts institute of technology (MIT), Ngozi Okonjo-Iweala è un’economista di fama mondiale specializzata in economia dello sviluppo con 25 anni di esperienza alla Banca mondiale e sette anni come ministro delle Finanze in Nigeria. Da anni presiede anche la Gavi, organizzazione internazionale che garantisce accesso e distribuzione dei vaccini nei paesi in via di sviluppo e grazie alla quale ogni anno vengono vaccinati milioni di bambini in tutto il mondo.

Ha già chiarito che con lei le cose al Wto cambieranno e nelle sue prime parole da direttore generale ha ribadito la necessità di garantire a tutti l’accesso ai vaccini e alle cure contro il Covid. Non tutti però concordano sul fatto che il suo curriculum sia impeccabile e i suoi detrattori la accusano di aver legittimato, accettando l’incarico da ministro in Nigeria, un governo di cleptocrati e una classe dirigente che da anni deruba il suo popolo dai proventi delle vendite di petrolio.

Nei suoi confronti tuttavia, non ci sono mai state accuse o investigazioni, mentre negli anni passati al governo, Ngozi Okonjo-Iweala ha contribuito a un programma completo di riforme che ha stabilizzato i conti pubblici e il sistema economico del paese più popoloso dell’Africa, promuovendo una maggiore trasparenza fiscale per combattere la corruzione. In questa veste ha anche guidato i negoziati della Nigeria con il Club dei creditori di Parigi, che nel 2005 hanno portato alla cancellazione di 30 miliardi di dollari di debito.

Per la nuova direttrice generale serve “una Wto forte e vitale se vogliamo riprenderci completamente e rapidamente dalla devastazione causata dalla pandemia di Covid-19“. Okonjo-Iweala ha aggiunto: “Non vedo l’ora di lavorare con i membri per concepire e attuare le risposte politiche di cui abbiamo bisogno per far ripartire l’economia globale. L’organizzazione deve affrontare numerose sfide, ma lavorando insieme possiamo rendere collettivamente la Wto più forte, più agile e meglio adattata alle realtà”.

A lei il compito di ripensare il WTO, e di conferirgli nuova centralità, per accompagnare il sistema internazionale in un’era post-pandemica fondata su una migliore comprensione delle dinamiche socio-economiche nei paesi in via di sviluppo e in cui al continente africano sia riconosciuto un inedito protagonismo.

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