Come Evitare un Disastro Climatico: ce lo spiega Bill Gates

Il nuovo libro di Gates è un piano per salvare il pianeta

È uscito questa settimana il libro How to Avoid a Climate Disaster: the Solutions We Have and the Breakthroughs We Need (lett: ‘Come evitare un disastro climatico: le soluzioni che abbiamo e le scoperte che ci servono’) a firma di Bill Gates. Gates, attraverso la sua fondazione, ha passato ormai decenni ad analizzare e studiare cause ed effetti del cambiamento climatico, cercando di capire come evitare di arrivare a un punto di non ritorno per il pianeta. La necessità di scrivere questo libro, ha spiegato l’imprenditore, è sorta principalmente da due fattori: il suo interesse per le scienze e la curiosità di fronte a una sfida importante come quella posta dal global warming. Come sostenere il progresso senza danneggiare ulteriormente la Terra?

Nel testo vengono esposte le opinioni di diversi tra i più noti scienziati climatici. “Ho scritto How to Avoid a Climate Disaster”  spiega Gates da una pagina del suo blog, GatesNotes, “perché credo che ci troviamo in un momento cruciale Ho visto progressi entusiasmanti negli ultimi 15 anni che ho passato a imparare riguardo l’energia e il cambiamento climatico […] Quello che ci serve ora è un piano che trasformi questo slancio in step pratici per raggiungere i nostri grandi obiettivi. Ecco cos’è How to Avoid a Climate Disaster: un piano per eliminare le emissioni di gas serra”.

Una notizia buona e una cattiva – come si salva il pianeta

Il libro si apre con un capitolo intitolato ‘La cattiva notizia’, in cui Gates spiega come diventare carbon-neutral nel prossimi dieci anni sia “una fantasia”. Uno dei primi ed essenziali passi da compiere per fronteggiare la crisi climatica sarebbe invece, secondo l’ex uomo più ricco del mondo, considerare gli obiettivi in base alla propria fattibilità. Bando alle fantasie, quindi, e smettiamo di raccontarci storie: “arrivare a zero [emissioni, ndr.] sarà molto difficile”. La buona notizia (capitolo quattro) è che “possiamo farcela”, ma per riuscirci “dobbiamo trasformare il modo in cui facciamo quasi qualsiasi cosa”. Per salvare il Pianeta il passo più importante sarebbe che “ogni persona si impegni nel processo politico”, solo attraverso una forte e coordinata azione politica sarebbe possibile affrontare e vincere le sfide per il clima.

Eppure i governi e le istituzioni pubbliche non fanno che fallire, facendo sistematicamente le mosse sbagliate. Una di queste è disinvestire nelle industrie che generano emissioni: sebbene dia un segnale e non sia una cosa di per sé negativa, non è assolutamente sufficiente. Quello che sarebbe davvero utile, sarebbe che investissero su nuove tecnologie e progetti, già esistenti, che puntano a cercare alternative sostenibili per la produzione di energia, a creare soluzioni per rendere green le industrie a cui sono legate le emissioni più alte, come quella della moda, del cibo o quella edile. Bisognerebbe quindi trovare un modo per eliminare o ridurre al minimo l’utilizzo di materie prime come il vetro e il cemento.

Considerare la posizione di Gates

Ascoltando e leggendo le idee di Gates sembra che un futuro sostenibile senza rinunciare allo stile di vita e all’idea di progresso a cui siamo abituati sia possibile. Rimane un dubbio, però: lo stesso Gates ammette di essere “un ragazzo ricco con delle opinioni”. Esiste la possibilità, scrive la giornalista Emma Brokers sul Guardian, che Gates viva in un mondo drammaticamente distante da quello della maggior parte della popolazione mondiale. Viene il dubbio che sia così. Il problema d’altra parte non è nuovo. Alla base sta la profonda spaccatura economica e sociale insita nel modello Occidentale. Una spaccatura che riguarda ogni aspetto della vita, dall’educazione alle possibilità date ai giovani, che variano spaventosamente al variare dello strato sociale cui appartengono, dal lavoro al potere d’acquisto.

Non bisogna dimenticare che combattere per il clima ha il suo prezzo, soprattutto per quanto riguarda le azioni che Gates indica come più importanti e urgenti. Chiunque può ricordarsi di utilizzare il meno spesso possibile la corrente elettrica, spegnere il rubinetto mentre si lava i denti o evitare di mangiare un hamburger, tutte azioni che Bill ritiene insufficienti. Non tutti possono invece permettersi, un auto elettrica, carburante green o di installare pannelli solari. La porzione della popolazione mondiale che vive sotto la soglia di povertà, già cospicua alla fine del 2019, è aumentata ulteriormente a causa della pandemia. Perché tutti i cittadini possano contribuire al processo politico e alla lotta contro il clima come vorrebbe Gates (il cui piano è senza dubbio ammirevole), ci sarebbe forse bisogno di cominciare a sanare il divario sociale. Gates resta, pur coi suoi ottimi propositi, dalla parte dei privati benestanti e tendenzialmente di destra. Del Green New Deal della Ocasio-Cortez dice che è “una forma di negazionismo scientifico”, e di Extinction Rebellion che “non c’è una reale connessione tra bloccare il traffico e risolvere il cambiamento climatico”.

Gates ha annunciato che investirà due miliardi di dollari nella lotta per il clima.

Eppure nemmeno la narrativa del ragazzo ricco, magari un po’ annoiato e appassionato di scienza che vuole salvare il mondo centra il punto. Gates investe personalmente gran parte del suo patrimonio in quelle che identifica come possibili soluzioni, mentre si occupa col suo lavoro, insieme alla moglie, di provare a costruire un mondo più equo. Come spesso accade, la realtà è più complessa e articolata. Non esiste un approccio univoco per far fronte efficacemente al cambiamento climatico, e al problema più urgente del nostro tempo non c’è una sola soluzione che sia giusta. L’unica certezza è che è necessario coordinarsi e partecipare attivamente con i propri mezzi e le proprie possibilità, rendersi conto che, nell’affrontare questa sfida, nessuno è solo e nessuno è escluso.

Sull’Autore

Articoli Collegati