Taiwan: Joe Biden e l’altra Cina

Occhi puntati su Taiwan. Già all’indomani dell’elezione di Joe Biden a 46° Presidente degli Stati Uniti d’America, non pochi interrogativi (e preoccupazioni) erano stati sollevati sulle sorti dell’isola che, durante l’amministrazione Trump, è stata al centro delle tensioni tra USA e Cina, fino a paventare un conflitto bellico con tanto di esercitazioni, simulazioni militari e incursioni aeree.

xi jinping esercito cina rischio guerra contro taiwan

Nell’ottobre 2020, rivolgendosi alle truppe, il Presidente cinese Xi Jinping le invitò a prepararsi alla guerra. [Newsmax/Facebook]

Nuove tensioni sul fronte sino-americano

Donald Trump non intende ancora rimettere nel mazzo tutte le sue carte e così, proprio a due settimane dall’insediamento del nuovo Presidente, il Dipartimento di Stato ha tenuto una videoconferenza con le autorità taiwanesi per discutere degli sviluppi nella regione, della cooperazione militare e della vendita di armi. Nessun dettaglio è ancora stato rilasciato, ma Taipei ha definito l’incontro un vero successo.

Hua Chunying, portavoce del Ministro degli Esteri cinese, ha espresso l’indignazione e la ferma condanna dell’ennesima violazione – secondo una libera interpretazione – del principio di “una sola Cina” e dei tre comunicati congiunti sino-americani. Difatti, Pechino considera la Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan) una provincia ribelle a tutti gli effetti, da incorporare nella Repubblica Popolare Cinese.

Hua Chunying portavoce ministro esteri cina cessazione rapporti USA taiwan

La portavoce del Ministro degli Esteri cinese, Hua Chunying, invita gli Stati Uniti alla cessazione immediata di tutte le relazioni con Taiwan. Diversamente, il Governo cinese si dichiara pronto a difendere la sovranità e la sicurezza del Paese con ogni mezzo. [RWI/Facebook]

– Leggi anche: Sullo status di Taiwan

Grande fermento a Taipei per l’attesissima visita (dal 13 al 15 gennaio) di Kelly Craft, ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. L’ennesima provocazione lanciata dall’amministrazione Trump a pochi giorni dall’insediamento del neo-eletto Joe Biden:

“Desideriamo ricordare agli Stati Uniti che chiunque gioca col fuoco si brucerà.
Gli Stati Uniti pagheranno un prezzo salato per la loro azione”
La dichiarazione di un portavoce di Pechino

L’importanza strategica di Taiwan nell’Indo-Pacifico

La posizione geograficamente privilegiata dell’isola di Formosa le consente di arrogarsi a pieno titolo un fondamentale ruolo di partner commerciale e alleato strategico per il controllo del Mar Cinese Meridionale.

Malgrado ciò, le pressioni esercitate sui Paesi del Sud-Est Asiatico, miste alle ambizioni della Cina continentale, non consentono a Taipei di poter fare stabile affidamento su molti alleati. L’esistenza stessa di Taiwan dipende da Washington, una dipendenza che è (allo stesso tempo) la sua debolezza.

Sin da quando, nel 1979, con il Taiwan Relations Act, assunse l’impegno di difendere la sovranità dell’isola, il Governo statunitense ha continuato a garantire il proprio supporto, pur rigettando (più o meno esplicitamente) le spinte indipendentiste di Taipei. Molto criticata fu difatti la “politica dei tre no” di Clinton. Trump ha quindi semplicemente solcato una strada già tracciata dai suoi predecessori, seppur in una direzione maggiormente competitiva con una chiara tendenza a sovvertire l’egemonia cinese.

Joe Biden: “sorvegliato” speciale

Alte aspettative, soprattutto da parte cinese, derivano dalla sconfitta elettorale di Trump. Con cauto ottimismo, gli analisti prospettano una possibilità, per l’amministrazione Biden, di riallacciare i rapporti con la Cina che, negli ultimi tempi, hanno raggiunto i minimi storici.

Si prospetta un compito per niente agevole, reso ancora più arduo dalla forte crescita di populismi e sentimenti nazionalisti in entrambi i Paesi. Si stima che Biden abbia poco più di un anno per ricostruire un rapporto basato sulla reciprocità e sui mutui benefici.

Certo è che non possono cancellarsi 4 anni di politica anti-cinese né sostituirli con una politica del laissez-faire. Non dimentichiamo che, nel congratularsi con Tsai Ing-wen per la rielezione alla carica di Presidente della Repubblica di Cina, Biden espresse la necessità per gli Stati Uniti di continuare a rafforzare i rapporti con Taiwan e altre democrazie affini.

– Leggi anche: Più di un’altra ‘G’: Stati Uniti, Cina, e l’Internet del futuro

Joe Biden presidente USA approccio soft Taiwan

Joe Biden, 46° Presidente degli Stati Uniti d’America, opterà per un approccio più soft nei rapporti con Cina e Taiwan. [Self/Facebook]

Ci si attende quindi che manterrà i rapporti con Taiwan senza tuttavia rischiare di provocare Pechino. Probabilmente eviterà quindi di inviare funzionari di alto rango e limiterà la vendita di armi ad un livello “normale”, valido per garantirne la sicurezza nel rispetto del Taiwan Relations Act. Com’è noto, l’amministrazione Trump si è particolarmente distinta per la prolifica vendita di armi all’alleato taiwanese: solo nel 2020 ne sono state vendute per oltre 5 miliardi di dollari.
Al contrario, sul piano internazionale, è probabile che Biden promuoverà un incremento dello spessore economico e politico di Taiwan.

Sull’Autore

Laureanda in Giurisprudenza a Messina, amo la mia terra natia ("a bedda Sicilia"), la musica, il tè e il mare. Appassionata di diritto internazionale e penale e politica internazionale, racconto il mondo che ci circonda in tutte le sue sfaccettature. Già redattrice per l'Antro di Chirone, attualmente scrivo per Mangiatori di Cervello e Cronache dei Figli Cambiati.

Articoli Collegati

Partecipa alla discussione

Commenti

  • La fine dell'embargo al Qatar e la nuova alleanza nel Golfo Persico – Mangiatori di Cervello 16 Gennaio 2021 at 18:26

    […] Politica ed Economia […]

    Rispondi

Partecipa alla discussione

Commenti

  • La fine dell'embargo al Qatar e la nuova alleanza nel Golfo Persico – Mangiatori di Cervello 16 Gennaio 2021 at 18:26

    […] Politica ed Economia […]

    Rispondi