Intervista a CIBO: il lato gustoso dell’antifascismo

Sono qua con Pier Paolo Spinazzè, in arte CIBO, lo street artist veronese diventato famoso perché copre svastiche e messaggi d’odio con murales a tema food. Pier Paolo, tu sei approdato nel mondo del writing da ormai ven’tanni, ma nello specifico la tua iniziativa come “CIBO” come nasce?
Come tutte le cose belle, è iniziato per gioco, poi ho notato che funzionava sotto vari aspetti. Il primo è la leggibilità, per strada la gente è distratta, non legge, un formaggio è chiaramente un formaggio, però allo stesso tempo può comunicare qualcosa di più profondo ad un occhio attento. Per esempio a Verona disegnerò il Monte Veronese d’Allevo, un presidio slow food. Il cibo è appartenenza, orgoglio italiano e il simbolo del nostro amore per la tavola. Penso che siamo l’unico popolo al mondo che mentre mangia parla di cosa ha mangiato o cosa mangerà. Veneriamo il cibo, viviamo per mangiare: in fondo io faccio arte sacra! Il cancellare l’odio è solo una parte marginale del mio lavoro, è il volontariato che faccio per la mia città, una risposta a quel dovere di “restituire qualcosa” che ogni cittadino dovrebbe avere. Cancellare il cattivo con il buono” è stata una squisita soluzione, ma credo che la resistenza che ci metto sia la vera opera d’arte. Ci sono murales risistemati anche sei volte, puntualmente imbrattati da svastiche. Il fenomeno è talmente imponente che progetto già i murales per essere risistemati e l’odio è divenuto ingrediente fondamentale per le mie “ricette da muro”. Usare la cultura e l’ironia contro chi notoriamente non la possiede ha mandato in tilt i loro cervelli… voi (Mangiatori di Cervello, ndr) non avreste molto da mangiare con loro.

Hai mai ricevuto minacce a causa delle tue opere? Com’è invece il rapporto con i Comuni e le istituzioni?
Purtroppo sostenere la democrazia in una città notoriamente nera come Verona, è da pro! Sia io che i miei genitori abbiamo ricevuto “visite” a casa, sui social i “coraggiosi” abbondano, le chiamate di “baldi anonimi” non mancano e i murales sono presi “onorevolmente” di mira. L’anno scorso in una notte ne abbiamo persi trenta. Dico “abbiamo” perché non sono miei, è arte pubblica, sono di tutti. I comuni più delle volte con il loro “casuale” silenzio approvano questi estremisti. Non è novità che in consiglio comunale ci siano casi di “bracci tesi”, o che consiglieri comunali mi denuncino per colpirmi in maniera trasversale. Però ci sono casi di comuni che mi sostengono, che capiscono il valore civico ed educativo. Le istituzioni a livello nazionale ed europeo sono sempre disponibili e vanto collaborazioni anche con la Comunità Europea e il Ministero degli Esteri. Ma la vera soddisfazione la danno i cittadini con i colpi di clacson, le birre che ti portano e i bambini che ridono: meglio di cento bonifici!

Come vivi il clima politico italiano attuale?
Abbiamo perso il valore delle parole, il senso delle istituzioni, ma soprattutto l’elettorato non è curioso e non ha memoria. Semplificare tramite slogan porta solo a litigare su i dettagli e i social sono stati la disfatta della politica. Odio porta odio! Io, nel mio piccolo, cerco di togliere voce agli haters.

cibo writer antifascismo Pier Paolo Spinazzè

L’arte e la cultura come mezzi per un secondo rinascimento o, almeno, per uscire un po’ da questo clima reazionario e d’odio: credi sia possibile?
È imperativo che lo sia e non è nemmeno così impossibile. Se io a Verona, da solo e in pochi anni, ho cancellato centinaia di celtiche e svastiche, ma soprattutto ho messo in imbarazzo organizzazioni che in città imperavano con tracotanza e violenza, ognuno può fare la differenza.

cibo writer antifascismo Pier Paolo Spinazzè

Puoi rivelarci qualche news sui tuoi prossimi progetti?
Non è mia abitudine spoilerare il menù, porto direttamente i piatti. Ma posso dirti che ho delle collaborazioni con organizzazioni umanitarie che mi porteranno in scuole e ospedali di due continenti, un gioco in scatola molto gustoso e ovviamente del dolcissimo antifascismo, al quale non so rinunciare!

Sull’Autore

Cresciuto a punk-rock, 56kb e saggi sull'anarchismo sulla costa della Sardegna orientale, mi sono laureato a Bologna in Comunicazione con una tesi su web 2.0 e cyber-utopismo. Dal 2015 mi occupo di Digital Strategies nell'ambito di startup innovative. Un'ossessiva e mai sazia curiosità verso il mondo esterno ed i processi mediatici e socio-culturali che lo sottendono son ciò che mi han spinto a creare Mangiatori di Cervello, del quale sono il Direttore e Digital Strategist.

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