“Ma lo compro il dinosauro o no?” Per quanto assurda, questa è la domanda che ho sentito di più negli ultimi giorni. Perché sta di fatto che sono precipitata in uno strano tunnel fatto di chatbot, emoji e giochini online e non so se e quando riuscirò a vederne la fine. La colpa è da attribuire ai bitcoin. Infatti, da quando la criptovaluta ha superato una quotazione di diciottomila dollari, sembra che non si parli più di nient’altro. Di notizie al riguardo, i media ne sono invasi. E anche noi di Mangiatori di Cervello, ne avevamo parlato un po’ di tempo fa. Ma quello che pochi conoscono è un aspetto particolare di questa moneta virtuale, che riguarda la facilità con cui essa è reperibile. Parlo del fenomeno del mining.
Il bitcoin infatti si basa un processo di transazione di tipo peer-to-peer (sostanzialmente, “da un computer all’altro”). Per convalidare le transazioni e assicurare agli utenti coinvolti che queste siano sicure, sono necessarie però delle complicate operazioni matematiche, che devono essere portate a termine da dispositivi con una grossa potenza di calcolo. Quello che serve, per guadagnare bitcoin, è mettere a disposizione la propria “macchina”. Il protocollo Bitcoin, infatti, così come messo a punto dal suo ideatore Satoshi Nakamoto, fa sì che vengano generati nuovi soldi virtuali per remunerare coloro che usano i loro computer per verificare le transazioni.

La vera identità di Satoshi Nakamoto è ancora segreta.
Certo, ora come ora fare mining di bitcoin è praticamente impossibile. Il sistema di criptaggio, infatti, è diventato fin troppo complesso per un computer comune e sono quindi necessarie delle workstation che lavorano con processori potenti in zone raffreddate per evitare che il computer fonda. Ma a meno che non si decida di minare altre criptovalute che al momento valgono poco o niente (e non sarebbe una mossa poi tanto stupida: anni fa in pochi avrebbero scommesso sul bitcoin), esiste una sola alternativa per avere monete virtuali, e per averle gratuitamente: i bot su Telegram.
Quello che ho scoperto di recente è un vero e proprio mondo composto da giochini su Telegram che non sono poi tanto diversi da quelli di farming che andavano di moda qualche anno fa su Facebook. Ci sono dinosauri che raccolgono diamanti, robottini che producono scariche di energia, orti che fruttano pomodori, etc. Con la differenza che parte dei “punti” si trasformano in bitcoin.

Esistono centinaia bot su Telegram grazie al quale ottenere bitcoin
Qual è il sistema che si nasconde dietro i bot non è chiaro. Probabilmente, lo scopo vero di chi li ha ideati è lucrarci, visto che è possibile investire soldi reali per ottenere più punti di possibili. Del resto, il guadagno è minimo. Si parla, infatti, di millesimi di bitcoin. Per accumulare 0,70 cent di dollaro c’ho messo, per dire, la bellezza di nove giorni. Ma considerando quanto sia ballerino il valore del bitcoin, siamo sicuri che anche domani saranno solo 0,70 cent?