Antonio Meli, classe 1989, nasce a Cosenza (dove è ambientato il libro) per poi andare a studiare a Bologna. Parla di amori passati, amicizie controverse e rapporti difficili. Ma il rapporto più astioso pare essere sempre stato quello con se stesso.
Antonio è un ragazzo molto dolce, dalla scrittura molto malinconica la cui unica nota luminosa è Giuseppina, la sua ragazza. Ora, oltre a continuare a scrivere Antonio fa dei reading tra Bologna e il resto d’Italia. Seguiamolo!
Parliamo del tuo libro, quando è uscito?È uscito a Settembre dell’anno scorso con la Twins Edizioni, avevo da poco iniziato Antropologia come proseguo della mia laurea in Lettere.
Di cosa parla il tuo libro?
È un libro di poesie diviso in due parti: la prima tratta della notte prima del whisky, la seconda tratta di ciò che accade dopo (la prima senz’altro più lunga della seconda). È un libro molto autobiografico, infatti ci troviamo a Cosenza, dove vivo, quando arriva il mio amico Rubens. Mi proponeva, al tempo, sempre di berci un whisky e ogni volta speravo che la serata potesse cambiare dopo quel bicchiere. Questa profonda sensazione di speranza è quella che ho cercato di rendere di più nelle poesie. Dunque potrei definire la prima parte di profonda speranza, mentre la seconda di apertura a ciò che sarebbe potuto accadere. Infine però mi rimarrà solo un senso di solitudine.
Chi sono i personaggi che compaiono nelle tue poesie?
Ci sono donne (alcune che ho amato), amici e solitudine. Più di tutti però c’è l’Io poeta, inseguito da fantasmi instancabili. L’Io poeta non è troppo diverso da Antonio, pensa molto all’altro, si fa qualche problema a raccontare delle storie, insomma, sono storie di persone viventi, con un presente tanto forte quanto il loro passato. Rifletto molto sul perché senta l’esigenza di scrivere: effettivamente non vedo alternativa al farlo, cerco di reinterpretare le cose che accadono. A volte però scrivere può essere pericoloso, bisogna saper usare le parole.
Cosa stai facendo ora, professionalmente parlando?
Faccio dei reading accompagnato da una ragazza che suona la chitarra elettrica; il nostro incontro è stato del tutto casuale ed è proprio la casualità degli incontri la dimensione più bella del mio libro. Tra la fine di Maggio e l’inizio di Giugno ho avuto tre date a Bologna: Barrique, Dynamo e una terza organizzata da un’associazione. A Ottobre sono stato al Freakout mentre a Novembre a Prato.
C’è qualche autore da cui prendi ispirazione?
Le poesie fanno sicuramente riferimenti a Charles Bukowski, tengo molto alla grafia del testo per poi quello che sarà il reading. Ci sono degli usi anaforici e la punteggiatura manca quasi completamente.
Cosa accade dopo il whisky?
Sono trentatré poesie, ogni poesia è un whisky; dopo trentatré whisky avviene l’epifania di Cristo, infatti era la notte di Pasqua. Ero entrato in una chiesa ormai vuota, ero con Rubens, mi sono fatto il segno della croce.